hospitality 4.0 turismo

Hospitality 4.0 e nuovi modi di dire. Ci sono alcuni termini anglofoni che descrivono il significativo cambio di rotta che alcune dinamiche sociali  stanno vivendo. Espressioni come “Yolo Economy” (You Only Live Once) servono a descrivere un processo per il quale lo stile di vita e la serenità personale, vengono messi davanti a congetture economiche che rischiano di infierire troppo sullo stress e sullo stato di salute.

Hospitality 4.0, la metamorfosi epocale

Ad esser interessati da questi cambiamenti è anche il mercati del turismo e dell’hospitality 4.0, che, anche a causa della pandemia, sta vivendo una metamorfosi epocale. Con il Covid-19 (quasi) alle spalle, ed il turismo che scalpita per ripartire. I turisti stessi, come si legge sul Sole 24 Ore, faranno molta più attenzione prima di chiudere il bagaglio e partire. Voglia di tornare a viaggiare sì, ma anche grande meticolosità nell’organizzarsi.

Centrale, nelle scelte di chi decide di viaggiare, è soprattutto l’aspetto legato all’ambiente ed al territorio. Lo stesso Booking, in un suo rapporto, afferma che più del 70% dei viaggiatori crede che serva un turismo sostenibile per poter salvare il pianeta. Oltre all’aspetto “ecologico”, si inserisce anche quello della digitalizzazione , sempre più presente nell’organizzazione e l’acquisto di viaggi.

Le nuove frontiere del digital nel turismo

La transizione digitale diventa dunque un fattore sul quale chi lavora nel turismo, dovrà sempre di più porre l’accento. Stando a quanto dichiarato da alcuni esperti del settore, tra non molto tempo sarà possibile immaginare un ipotetico soggiorno , che si avvicini alla realtà dell’esperienza fisica, addirittura prima della partenza.

Mentre tutti pensavamo di esserci fermati in maniera brusca, costretti nei paraggi di casa nostra senza possibilità di salire su un aereo e concederci qualche giorno di vacanza alla scoperta del mondo; il processo tecnologico ha continuato fino a farsi trovare pronto al tramontare di questa situazione pandemica. Non si fa troppa fatica infatti ad immaginarsi un futuro prossimo nel quale sarà possibile, tramite oggetti tra i più tecnologici (smartphone, occhiali per la realtà virtuale. ecc.), ricorstruire “l’experience” di un turista prima ancora che questa diventi concreta.

Un’arma importante nelle mani dei viaggiatori che potranno evitare brutte sorprese, e per gli operatori, che – cavalcando l’onda- potranno esser artefici del cambiamento.

 

 

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